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CARO GESÙ BAMBINO


Caro Gesù bambino,

ci sono tante cose che vorrei chiederti per questo Natale. Mi hanno insegnato che solo i bimbi buoni potranno ricevere regali, ma io voglio sperare che tu chiuda un occhio nei miei riguardi. C’è già ben troppo carbone nella vita, ti prego di pensare ad altro per me. I cosiddetti “grandi del mondo” ogni tanto si riuniscono per decidere se diminuire il carbone nel mondo, ma dai loro summit si alzano e ce ne regalano addirittura in più. Siamo incapaci di togliere il carbone dal mondo, alla fine siamo noi a farci dei cattivi regali. Allora ti prego di portarmi delle cose belle se puoi e lo so che tu puoi. Ti chiedo innanzi tutto il dono della fratellanza: il sentimento che mi fa sentire unito alle persone che incontro nei mio cammino. Fa che mi senta un fratello e non un avversario, un amico e non un competitore. Fa che nel mio cuore non alberghino mai sentimenti di superiorità, perché ho imparato che il razzismo nasce quando mi sento superiore alla persona che incontro. Fa che io ami la mia cultura, le mie tradizioni, questi giorni belli del Natale, ma mai li consideri superiori ad altre culture, tradizioni. Fa che chi non celebra il Natale possa vedere in me la gioia e non uno sguardo arrabbiato. Ti chiedo di donarmi la compassione, la capacità di patire-con. Che io non sia mai indifferente al dolore e alla sofferenza degli altri. Che non spuntino mai dalle mie labbra parole come “peggio per loro” o “se lo sono meritati”, la compassione mi aiuti a non giudicare la vita degli altri in quanto fatico a capire già la mia…figuriamoci la loro. Caro Gesù bambino, dalla tua stalla di Betlemme riaccendi in me il dono della Fede. Che io non abbia mai la presunzione di pensare di fare da solo e che tutto dipenda dalla mia volontà e dalla mia forza. Fammi sperimentare quella squisita tua dolcezza che è la provvidenza: i regali del vivere che tu dissemini davanti a me. Metti anche me nel tuo presepe, donami la piccolezza dei pastori e non l’arroganza di Erode, perché lui rimane nel suo palazzo, mentre i pastori sono lì davanti a te ed è lì che io vorrei stare. Tu che sei bambino e condividi la difficile avventura del crescere, aiuta tutti i bambini che diventano ragazzi e i ragazzi che diventano uomini o donne adulti. Aiutaci a non lasciarci sedurre dalle scorciatoie del tutto-subito-facile. Tu che hai vissuto la tua fanciullezza in terra straniera, tu che sei stato anni e anni in una semplice famiglia ebrea, tu che hai resistito alle tentazioni del maligno, insegnaci che la via della crescita è una salita graduale, che richiede pazienza, buoni consigli e mitezza. Se abbiamo smarrito il senso di questo camminare, ti chiedo di rimetterci sul sentiero giusto della vita e di non aver paura di seguirti anche nelle salite. Ti chiedo infine un dono grande, quello della consolazione per tutte le persone che in questi giorni faranno la dolorosa esperienza dell’assenza di qualcuno. Che la dolcezza del Natale vinca il sapore amaro del carbone della solitudine. La tua provvidenza non faccia sentire solo nessuno. Insomma ti chiedo di non donarmi il carbone della diffidenza, dell’indifferenza, della presunzione, dello smarrimento e della solitudine…per il resto mi fido di ciò che tu vorrai donarci.



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