Un prete, 4 donne e un uomo, da loro è partita la richiesta di “aiuto” per aprire un centro d’ascolto caritas per quanto riguarda le Parrocchie Sacra Famiglia, S. Eugenio e Casaglia. A settembre dell’anno scorso, una operatrice della Caritas Diocesana ha cominciato un cammino insieme ad un gruppo di volontari, Beppe, Marina, Paola, Natalia, Sara. Ognuno diverso, ma in comune una gran voglia di mettersi a disposizione del prossimo. Il nostro cammino è iniziato con la condivisione delle opere segno già presenti nella Comunità, ovvero, la mensa, la distribuzione di alimenti alle famiglie residenti e di panini ai senza dimora in strada. Questi servizi già attivi, ci hanno aiutato a considerare il centro d’ascolto, come parte integrante della carità a 360 gradi, e non come una attività a sé stante. Partendo da questa consapevolezza, abbiamo ragionato sul significato di caritas parrocchiale, quale strumento pastorale comunitario di carattere educativo e promozionale; che ha l’obiettivo di animare, coordinare e promuovere la testimonianza della carità a tutta la Comunità. Tre parole chiave ci hanno accompagnato nella seconda fase di formazione: “Accoglienza”, “Ospitalità”, “Dono di sé”.
A gennaio di questo anno, abbiamo aperto il centro d’ascolto. Con tanti dubbi, paure, e sentimenti di inadeguatezza, che poi però, sono diminuiti piano piano. Incontro dopo incontro, coordinamento dopo coordinamento, è stato quasi naturale mettersi in ascolto del fratello, semplicemente per esserci, essere un segno di presenza e vicinanza, e per questo, non servono appunti da studiare. E’ bastato essere accoglienti ed essere se stessi, senza giudizio e senza schemi mentali, i volontari si sono lasciati toccare dagli sguardi, dalle storie e dai racconti di tanti parrocchiani in difficoltà. Il carico emotivo è stato molto forte, e i coordinamenti svolti una volta al mese, insieme all’operatrice caritas, sono stati fondamentali per affrontare nel modo migliore alcune situazioni delicate, e per ricaricare le pile! Fondamentale anche la collaborazione col gruppo della distribuzione, e con le realtà presenti nelle parrocchie vicine, perché solo insieme si può fare della strada. Il parroco ha proposto anche dei momenti di condivisione per tutta la comunità, per comunicare e mettere in comune l’esperienza del centro d’ascolto, reclutando così nuove forze. Suor Maria Grazia, Eugenia, Franca, si sono unite al gruppo. “La Caritas è la carezza della Madre Chiesa ai suoi figli; la tenerezza, la vicinanza. Perciò la spiritualità della caritas è la spiritualità della tenerezza". Vogliamo proprio che sia questa tenerezza a guidarci e a sostenerci in ogni incontro che vivremo! Elisa
Metti insieme un Don eclettico e vulcanico, un gruppetto di parrocchiani desiderosi di donare un po’ di tempo alla comunità, Caritas Diocesana che invita a creare una sorta di propria propaggine nei diversi territori e cosa ne nasce? Il Centro d’Ascolto dell’unità pastorale Meloncello-Ravone. Fischio d’inizio il 14 gennaio 2021, dopo alcuni incontri preparatori, inclusi quelli formativi su procedure e normative vigenti.
Con i preziosi consigli di Elisa della Caritas Diocesana abbiamo via via fissato gli appuntamenti con i nostri assistiti: siamo partiti da nuclei familiari già conosciuti, perché fruitori del servizio di distribuzione viveri, per aprirci poi ai “nuovi arrivi”, frutto di segnalazioni degli assistenti sociali, della stessa Caritas o interne alla parrocchia.
L’obiettivo di noi volontari è stato, ed è, quello di metterci il più possibile in ascolto e vicinanza di coloro che di volta in volta incontriamo: persone che vivono diversi tipi di difficoltà, economica, familiare, sanitaria, mentale, lavorativa… Talvolta queste sofferenze sono state motivo di timore e impotenza.
Ad oggi sono passati 6 mesi: in alcuni casi ci siamo solo fatti conoscere, ponendoci come possibile riferimento al bisogno, in altri abbiamo cercato di indirizzare le persone a gestire meglio le loro uscite in funzione delle loro entrate, in altri ancora siamo intervenuti direttamente per coprire utenze o canoni che diversamente sarebbero rimasti insoluti, spesso siamo invece semplicemente “stati”, ovvero, siamo rimasti ad ascoltare sfoghi e racconti, dando conforto e speranza.
Due sono i doni che questa esperienza ci ha lasciato: prima di tutto aver conosciuto tante belle persone che, pur se meno fortunate di noi, ci hanno arricchito con la loro grande dignità, la loro voglia di riscatto ed un forte senso di riconoscenza; e poi, ultimo ma non ultimo!, aver creato un gruppo di lavoro coeso e ben affiatato, in cui ciascun volontario ha messo in campo le proprie, diverse, capacità ed attitudini, con naturalezza, semplicità e riuscendo anche a divertirsi. Un grazie speciale ad Elisa ed al nostro Don per il supporto e a tutti l’augurio di trascorrere una serena estate
Marina
Conosco il Vangelo? Solo un po’… Annuncio il Vangelo? No, lo balbetto…
Vivo il Vangelo? Si accostò uno degli scribi e gli domandò: “qual è il primo di tutti i comandamenti?” Gesù rispose: “il primo è: Ascolta Israele, il Signore Dio nostro è l’unico Signore; amerai dunque il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza. E il secondo è questo: amerai il prossimo tuo come te stesso. Non c’è altro comandamento più importante di questi. ” – (Mc 12,28-31)
Sì, vivere un po’ di Vangelo, amare concretamente il fratello, dare a lui un po’ del mio tempo, un po’ delle mie risorse… Ed ecco che quest’anno è partita anche nella nostra parrocchia questa nuova iniziativa Caritas: il Centro di Ascolto. Con il sostegno e la “benedizione” di don Mirko, la supervisione e la collaborazione fattiva di Beppe, sotto l’occhio vigile e competente di Elisa, un pugno di volontarie si sono rese disponibili per questa nuova “avventura”.
Due giovedì pomeriggio al mese ci ritroviamo in ambienti parrocchiali per l’ascolto e, quando possibile, l’aiuto a persone disagiate, precedentemente contattate, tra chi usufruisce del sostegno dei pacchi viveri, o segnalati da altri canali. Un terzo giovedì poi ci incontriamo per il coordinamento dove prima di tutto condividiamo il peso di alcune situazioni davvero complesse, e poi insieme ragioniamo e cerchiamo delle strade da proporre nelle varie situazioni ascoltate.
E le problematiche che ci troviamo ad ascoltare sono davvero ampie: problemi economici, abitativi, familiari, di salute… E noi, oltre a dar loro tempo e ascolto, tentiamo di rispondere anche, con qualche briciola, alle loro pesanti e concrete fatiche quotidiane.
Sicuramente questi incontri sono intensi anche per noi perché i loro tanti disagi ci investono e inevitabilmente ci coinvolgono, e a volte è frustrante la nostra impotenza… Ma a volte è anche strabiliante come, pur di sopravvivere a certe difficoltà, le persone riescano a sembrare anche serene e fiduciose. Ciò che riusciamo a dare noi è davvero poco, è sicuramente solo una goccia in un oceano di necessità, ma è un’esperienza che fa un po’ più ricchi anzitutto noi!
Maria Grazia
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