CaritaSChOOL: un percorso educativo nelle scuole per riflettere sulle povertà
- caritasdibologna

- 30 apr
- Tempo di lettura: 2 min
CaritaSChOOL è il nuovo progetto educativo sperimentale nato dall’incontro tra Caritas Bologna e la Pastorale Giovanile. Un'iniziativa nata per incontrare gli adolescenti e accompagnarli in un percorso di riflessione profonda sulla povertà, le sue tante sfumature e sulle possibili risposte ai bisogni delle persone.
Tre tappe, un’esperienza trasformativa
Il progetto ha coinvolto due classi terze dell’Istituto Ettore Majorana di San Lazzaro di Savena (BO), con un percorso articolato in tre momenti.
L’obiettivo è arricchire la conoscenza attraverso l’esperienza diretta e la riflessione personale, per stimolare un pensiero più consapevole e responsabile.

Tutto è partito da un primo incontro nelle loro aule: attraverso attività interattive, abbiamo aperto spazi di confronto su temi come i bisogni fondamentali, le scelte di vita e la complessità delle povertà oggi.
Non si è trattato di “dare risposte”, ma di generare domande e curiosità, preparare i ragazzi all’esperienza successiva.
Tra gli esercizi proposti, uno ha colpito particolarmente: guardarsi allo specchio per cinque minuti, ponendosi una domanda scomoda e potente: "In cosa ti riconosci povero?" Un gesto semplice, ma capace di cambiare lo sguardo su sé stessi e sugli altri.
"Non è così scontato guardarsi allo specchio per cinque minuti interi, lo faccio abitualmente tutti i giorni ma è diverso farlo ponendosi la domanda: in cosa ti riconosci povero" uno studente

Dentro la Caritas: incontro con le storie e i volti
Nel secondo incontro, i ragazzi sono stati accolti negli spazi di Santa Caterina. Dopo una fase di esplorazione libera della Mensa della Fraternità, del Punto d’Incontro e del Centro di Ascolto, gli studenti hanno partecipato a laboratori esperienziali insieme agli operatori e ad alcune persone che vivono in prima persona i nostri servizi.
Un momento forte, autentico, dove la carità si è mostrata per quello che è: non un’idea astratta, ma relazioni, ascolto e gesti quotidiani.
Ultima tappa: il ritorno a scuola, con uno sguardo nuovo
Nelle prossime settimane, il percorso si concluderà con la restituzione finale in aula: uno spazio per elaborare e condividere emozioni, intuizioni, nuove domande.
CaritaSChOOL vuole accendere riflessioni, generare consapevolezza, stimolare responsabilità. Perché le povertà non sono lontane, né rare. Sono spesso vicine, quotidiane. E ogni gesto – anche il più semplice – può essere una risposta concreta di cura verso l’altro.

Le parole dei ragazzi
Alla fine del percorso, abbiamo chiesto agli studenti di riassumere l’esperienza con una sola parola: ci hanno restituito “considerazione”, “accoglienza”, “esperienza”, “comunità” e “consapevolezza”.
Cinque parole che raccontano un seme piantato, e che ora tocca a tutti noi continuare a far crescere.
Giovanna, Servizio Civile 2024/25







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