Come ogni anno, anche questo 31 marzo il Piano Freddo del Comune di Bologna, un'iniziativa volta ad offrire un rifugio notturno alle persone senza dimora durante i mesi invernali, è giunto al termine. Il progetto si avvale della preziosa collaborazione di sette Parrocchie della Diocesi, per un totale di 28 persone accolte.
Ma cosa succede nei mesi successivi? Cosa significa vivere per alcuni mesi in un luogo sicuro, dove oltre ad un posto caldo trovi supporto e amicizia, per poi lasciare queste strutture e tornare in strada? E cosa significa, per i volontari delle Parrocchie, il servizio che hanno deciso di svolgere?
Abbiamo fatto queste domande ad alcuni volontari e ospiti, che ci hanno spiegato cosa significa l'accoglienza in Parrocchia e quali sono le loro speranze per il futuro.
Nata nel 2011 con l'accoglienza in una singola parrocchia, l'iniziativa è oggi diffusa in sette realtà: S. Rita, S. Bartolomeo della Beverara, S. Donnino, S. Antonio da Padova a la Dozza, S. Giovanni in Monte, S. Bartolomeo di Bondanello e S. Lazzaro.
Accogliere in parrocchia significa offrire non solo un riparo dal freddo, ma anche un luogo di ascolto, supporto e accompagnamento. Significa creare un contesto di relazioni autentiche che permetta alle persone accolte di intraprendere percorsi personalizzati di reinserimento sociale.
Il Piano Freddo di Bologna rappresenta un esempio concreto di come l'accoglienza e la solidarietà possono fare la differenza nella vita di chi vive in strada. Un modello da replicare e valorizzare per contrastare l'esclusione sociale e costruire una comunità più inclusiva e attenta ai bisogni dei più fragili.
Comments