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Provocati a un nuovo sguardo



Sabato 12 novembre 2022 si è tenuta l’Assemblea diocesana delle Caritas parrocchiali di Bologna presso il MAST. Volontari e collaboratori sono stati “provocati a un nuovo sguardo” sulla povertà che incontrano quotidianamente. Uno sguardo ai dati fa emergere un contesto che cambia, tra nuove e vecchie povertà. Le crisi economiche e la pandemia hanno generato più poveri, più disuguaglianza, più diffidenza. In seguito ad un 2020 in cui i centri di ascolto hanno arginato una vera e propria ondata di richiesta, nel 2021 si è passati da 10.250 ascolti a circa 7.800. Considerando il 2020 come anno straordinario, la variazione tra 2021 e 2019 è stata superiore al 40%, segnale di un futuro in cui le povertà potebbero tornare a risalire. La riduzione tra 2021 e 2020 è, infatti, soprattutto l’esito delle ingenti misure di aiuto statali che hanno tamponato, anche se in ritardo, l’emergenza di numerose famiglie. Ciononostante, la crisi non è per nulla finita. Nel 2021 poco più di un quarto della popolazione in Italia era a rischio povertà o esclusione sociale, tra cui sempre più famiglie italiane e la nuova categoria dei working poor. Le fragilità abitative crescono in tutta Italia, soprattutto al Sud: sempre meno case di proprietà, sempre più famiglie in affitto e sfratti sommati ad una povertà energetica crescente. Gli interventi riguardanti viveri, vestiario o problematiche sanitarie sono tornati ai livelli precedenti la pandemia ma e aumentano gli interventi per la scuola. Povertà educativa e povertà digitale sono, infatti, nuovi elementi aspetti della povertà nel panorama che sono sempre più difficili da intercettare e da contrastare a livello territoriale.



Questi temi sono stati sviscerati nei quattro workshop organizzati lungo la mattinata: abitare, ascolto, cibo e nuove povertà. Queste quattro dimensioni, come ha ricordato anche don Matteo Prosperini, direttore della Caritas Diocesana, si ritrovano nella riflessione evangelica sulla Casa di Betania, brano scelto per la nota pastorale della Diocesi bolognese.


ABITARE


Gli immigrati nel mercato immobiliare spendono in media il 63% del loro stipendio in affitto. Inoltre, sempre più famiglie italiane non possono più permettersi la casa di proprietà; quindi, competono nel mercato affittuario in una sorta di “guerra tra poveri”. Questa povertà abitativa deriva da numerose crisi che si sono conseguite negli anni. I partecipanti hanno ascoltato l’esperienza abitativa di una persona accolta da Caritas, immigrata tunisina del Marocco che cercava sicurezza per lei e suo figlio neonato. Attraverso l’ascolto e il lavoro in gruppi, è emerso come la persona abbia avuto aiuti economici, ma anche aiuti immateriali e, soprattutto, abbia attinto a sue risorse personali che spesso vengono dimenticate. Umanizzare e ragionare sul caso si inseriscono nel nuovo sguardo a cui Caritas è provocata e che la Caritas sollecita : avere degli operatori formati, che mirano ad eliminare la fila di poveri creata dall’ottica assistenziale e generano il desiderio nelle persone di ricambiare l’aiuto ricevuto.


ASCOLTO


L’ascolto è stato spiegato attraverso un’attività sui sensi. I partecipanti del workshop hanno ricevuto tappi per le orecchie, mascherine da notte e mascherine chirurgiche e hanno “ascoltato” tre registrazioni di utenti non vedendo, non sentendo, non parlando. Poi è stata proposta ascoltato una quarta testimonianza con tutte e tre le limitazioni contemporaneamente. Grazie a questo approccio il gruppo ha acquisito maggiore consapevolezza di ascolto per comprendere i bisogni, le caratteristiche e le risorse delle persone. Incontriamo sempre più persone bloccate nell’attività quotidiane ma con il desiderio di ritornare verso gli altri, uscendo dai propri gusci e dalle proprie insicurezze o delusioni. Oggi serve sempre più un “ascolto attivo”, senza giudizi, che guarda all’interazione, alle reazioni non verbali e alla relazione tra utente e centro di ascolto. È stato presentato il progetto di Ascolto attivo diocesano sul territorio come veri luoghi di relazione per gli utenti. L’esperienza di Stefano Migliore di Radio Fujiko, Fra Giampaolo Cavalli di Antoniano, Monica di Fratelli tutti e Yana di Mosaico ci hanno aiutato a mantenere viva la rete dell’ascolto!


CIBO


Da sempre la Caritas si prende cura degli utenti con viveri e vestiario, ma il nuovo sguardo va oltre. Ai partecipanti del workshop Cibo è stato chiesto di elencare i bisogni che percepiscono negli utenti. I bisogni percepiti sono stati poi confrontati con quelli che gli utenti hanno dichiarato effettivamente senza particolari discordanze, segno di un connessione forte con chi chiede aiuto. In aggiunta, è stata raccontata la ricerca di due studentesse di Antropologia culturale sul servizio mensa e la soddisfazione degli utenti. Il dato importante è il bisogno di relazione degli utenti, su cui la Caritas ha puntato negli ultimi anni in cui rientrano progetti come Mensana e Dispensa Solidale. Si è parlato anche di qualità del cibo e non solo di quantità. Spesso siamo portati a dare i residui della nostra tavola mentre dovremmo arrivare ad avere tutti lo stesso cibo. Il cibo diventa vera cura di relazione e non solo nutrimento del fisico.


NUOVE POVERTA'


La cura non si ferma all’aiuto materiale, ma guarda ai nuovi bisogni e alle nuove povertà, spesso non facili da riconoscere. La maggioranza delle Caritas Parrocchiali svolge già con grandissimo impegno un servizio prezioso e capillare per quanto riguarda l’opera dei centri ascolto ma indubbiamente nell’oggi che viviamo, dobbiamo sentirci provocati ad intervenire anche su altri aspetti della realtà che ci circonda, aspetti che potrebbero assumere forme non facili da riconoscere. Il workshop, attraverso testimonianze e dati, ha approfondito la povertà educativa e la povertà digitale. Sono stati presentati due progetti educativi: il “Laboratorio MusicAle” (Caritas San Giuseppe Sposo) e il progetto “Aiuto compiti” (Caritas Beata Vergine Immacolata). A contrasto della povertà digitale, il Progetto In-Di Inclusione Digitale, (Caritas della Zona Pastorale San Donato fuori le mura) intende affiancare coloro che non riescono ad accedere ai servizi digitalmente. È stata presentata la ricerca di Caritas Italiana sulla povertà intergenerazionale e le sue implicazioni educative, approfondita dagli interventi della dott.ssa Maria Elena Pieressa e dell’Avvocato Antonio Mumolo.


L’intera giornata è stata un percorso di formazione e di provocazione al nuovo sguardo. Davanti allo specchio, la Caritas si vede di nuovo Chiesa con la funzione pedagogica di sensibilizzare i territori alla carità. Davanti allo specchio, la Caritas non si vede inadeguata, ma è consapevole che la competenza si deve costruire, attraverso la formazione, l’ascolto e l’attenzione al processo. Attraverso lo specchio, la Caritas riesce a vedere le povertà nascoste e quelle in arrivo. L’assemblea CANTIERI CARITAS ha coinvolto anche numerose realtà con cui la Caritas Diocesana collabora. Nel solco delle riflessioni contenute ne “I Cantieri di Betania” – documento dei Vescovi italiani per il cammino solidale nel prossimo anno – questo indica la volontà di costruire insieme una società solidale e inclusiva. L’impegno della Caritas è un continuo cantiere che procede nell’incessante lavoro di cogliere bisogni e fragilità, richiamare l’attenzione della comunità e sperimentare risposte nuove: progetti e servizi che riflettano lo sguardo di Gesù che vede in ciascuno una meraviglia.


La presentazione della giornata è scaricabile QUI insieme agli altri Osservatori.


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