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Accanto a chi soffre: la malattia e il valore della comunità

Immagine del redattore: caritasdibolognacaritasdibologna
un punto di riferimento per chi affronta la malattia
Elisabetta e Annalisa, operatrici del Centro di Ascolto del Sant’Orsola,
Chi è il malato oggi?

Non una figura distante o astratta, ma una persona vicina, che può essere un familiare, un amico o un collega, e che potremmo essere noi stessi in un momento di fragilità. La malattia irrompe nella vita di ognuno, costringendoci spesso a lasciare la nostra città e la nostra casa, alla ricerca di cure specialistiche che, purtroppo, non sempre sono facilmente accessibili.


Questo allontanamento dalla familiarità del proprio contesto non solo rende difficile il percorso di cura, ma amplifica ulteriormente la difficoltà di affrontare la malattia.

Lontano dai propri cari, in un ambiente sconosciuto, ci si trova a dover affrontare una prova ancora più ardua: la perdita del supporto emotivo e pratico che una rete familiare o sociale sarebbe in grado di garantire.



Le difficoltà economiche, poi, si intrecciano inevitabilmente con il percorso di cura.

Le spese per i trattamenti, i viaggi, l'alloggio in città lontane per le cure, o l'acquisto di dispositivi medici non sempre coperti dal servizio sanitario nazionale, sono oneri che rischiano di diventare insostenibili per molte persone.


Dover rinunciare a terapie cruciali per mancanza di risorse o sacrificare il proprio lavoro per prendersi cura di un familiare malato sono eventualità dolorosamente realistiche.

In alcuni casi, il dolore della malattia si aggiunge alla fatica emotiva di dover lasciare i figli piccoli per stare accanto a un coniuge ricoverato.

Queste situazioni descrivono solo alcuni degli ostacoli che chi affronta la malattia si trova a dover superare, spesso in solitudine, tra difficoltà economiche e una vulnerabilità sociale che si fa sempre più grave.


I bisogni essenziali e la fragilità sociale: un contesto complesso

Tra le esigenze più urgenti che il malato si trova ad affrontare emerge con forza la necessità di un alloggio dignitoso, una sfida resa ancora più ardua dalla crisi abitativa che stiamo affrontando. Le difficoltà economiche non si limitano alle spese mediche, ma includono anche costi legati alla burocrazia (documenti, permessi di soggiorno), ai trasporti e agli affitti per poter stare vicino al proprio luogo di cura. Alcuni malati si trovano ad affrontare anche difficoltà nel procurarsi beni di prima necessità, come alimenti e medicinali.

In particolare, la condizione di chi vive una malattia grave, spesso senza una rete di supporto, è estremamente critica.


La solitudine diventa una delle compagne più dure della malattia, e l'assenza di un sistema di accompagnamento rende ancora più difficile affrontare le sfide quotidiane.

Per questo è fondamentale incontrare queste persone, orientarle verso i servizi presenti sul territorio e offrire loro supporto pratico per risolvere problemi burocratici e non solo.


La forza della rete: un sostegno concreto alla comunità

La rete delle Caritas, con la sua presenza capillare e la capacità di intercettare i bisogni emergenti, si rivela uno strumento cruciale per supportare concretamente i malati e le loro famiglie. L’integrazione dei servizi, soprattutto in caso di ricoveri programmati o emergenze, può fare la differenza, offrendo un supporto che va oltre il piano medico e sanitario, includendo l'assistenza sociale ed educativa.


La Caritas diocesana è particolarmente attiva nel fornire supporto ai malati e alle loro famiglie, attraverso diverse iniziative:


  1. Centro di ascolto in collaborazione con il Policlinico Sant'Orsola e l'Università di Bologna: situato all'interno del Policlinico Sant'Orsola, è accessibile su prenotazione ogni martedì dalle 9:00 alle 12:00. Questo servizio offre un'opportunità di ascolto e supporto attivo ai cittadini più fragili, aiutandoli a comprendere e rispondere ai loro bisogni.


  2. Casa d'accoglienza "Don Tarcisio Nardelli": questa struttura offre ospitalità ai familiari dei pazienti ricoverati negli ospedali della città. Situata nella canonica della Chiesa parrocchiale del Cuore Immacolato di Maria a Borgo Panigale, la casa d'accoglienza rappresenta un punto di riferimento importante per chi viene da lontano per assistere i propri cari durante il periodo di cura.


Paolo e Maria, volontari della Casa d'accoglienza
Paolo e Maria, volontari della Casa d'accoglienza

Abbiamo investito in questi due progetti perché riteniamo che la risposta alle difficoltà delle persone vulnerabili non possa essere limitata all’aspetto clinico, ma debba necessariamente abbracciare la sfera sociale, educativa e abitativa. Per questo è fondamentale attivare una rete di collaborazione tra diversi attori, creando una comunità che accolga i più fragili, alleviando il loro fardello e promuovendo la cura dell’altro.


Le sfide che il malato di oggi si trova a dover affrontare sono molteplici, ma non devono essere affrontate in solitudine. Un impegno collettivo, che coinvolga tutte le risorse disponibili nella nostra comunità, è fondamentale per rispondere ai bisogni di chi è più vulnerabile, mettendo al centro la dignità della persona e il diritto a cure e sostegno, in ogni momento della malattia.

 
 
 

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